Passione

Aforismi

Fernando Savater

Anche se creduta solo a metà, la promessa religiosa serve a molti come lenitivo del patimento anticipato della nostra perdizione morale. In vista del beneficio anestetico che fornisce, i credenti ignorano la sua inverosimiglianza, e negoziano come possono la propria condotta quotidiana con le proibizioni e le regole promulgate dai sacerdoti, proclamatisi amministratori del rimedio teologico.
Cercare di vivere bene non può essere molto diverso da far vivere bene gli altri.
Chi denuncia con fermezza le manovre ecclesiastiche per influire indebitamente su questioni civili legislazione, istruzione, eccetera viene solitamente accusato di anticlericalismo "anacronistico", come se invece la fede e l'obbedienza, che costituiscono il nucleo di ogni chiesa, costituissero il massimo dell'emancipazione della modernità.
Essere figli di un Dio paterno, creatore dell'universo e cose del genere, riduce la complessità della nostra carne a una semplice questione di obbedienza e disobbedienza. Ciò non significa niente di morale, ma tutto il contrario: in realtà, acquistiamo la prospettiva etica proprio quando comprendiamo che per orientare la valutazione delle nostre azioni non basta obbedire o disobbedire.
Il mio sogno è quello di Picasso: avere tanto denaro da poter vivere sereno come i poveri.
L'azione non è una capacità facoltativa degli esseri umani, bensì una necessità essenziale dalla quale dipende la nostra sopravvivenza come individui e come specie. Si può scegliere come e quando agire, ma agire è di per sé inevitabile: in questo non c'è scelta.
L'etica non è altro che il tentativo razionale di indagare su come vivere meglio.
L'etica è la pratica di riflettere su quello che decidiamo di fare e sui motivi per cui decidiamo di farlo.
L'unica conoscenza che mette buone radici è quella che passa attraverso l’esperienza e trasforma la persona.
L'unica cosa che rovina la nostra vita sono le ingiustizie e gli abusi che commettiamo volontariamente contro noi stessi.
L'uomo possiede tre capacità cognitive: la memoria, che registra i fatti in modo passivo; la ragione, che li collega tra loro giungendo a nuove conclusioni; l’immaginazione, che partendo dagli stessi fatti propone combinazioni audaci e inedite.
L'uomo può arrivare a morire per un'idea, ma può vivere soltanto delle credenze.
La certezza della morte è l'unico segreto che conosciamo a proposito di tutti i nostri simili e di noi stessi, anche se intimamente non riusciamo a credere in questa fatale prospettiva.
La felicità è una pretesa eccessiva per creature mortali come noi.
La libertà di decidere è renderti conto che stai decidendo.
La libertà di scelta e la vulnerabilità della condizione umana stanno alla base dell’etica e ci impongono dei doveri.
La realtà è ciò che non cambia per il solo effetto del nostro desiderio.
La riflessione etica si propone di aiutarci a comprendere come convivere meglio gli uni con gli altri, come godersi la vita nel modo migliore possibile.
La società crea soltanto falsi bisogni, che ci provocano tanta più ansia e sofferenza quanto più non riusciamo ad avere quello che vediamo ottenere dagli altri.
La volontà di credere nasce da debolezze e sofferenze umane abbondantemente comprensibili, che nessuno può né deve condannare con insipida arroganza; ma l'incredulità nasce da uno sforzo per approdare a una veridicità senza inganni e a una fraternità umana priva di rattoppi trascendenti che, nell'insieme, mi sembrano anche più degni di rispetto.
Leggere è una forma di felicità.
Mi risulta difficile accettare che qualcuno capace di ragionamenti elaborati e con una mentalità non sottomessa all'assolutismo del Potere, per quanto paternalistico esso possa essere, veda nell'esistenza di un Dio onnipotente, al cui capriccio creatore apparterremmo, una prospettiva cosmica desiderabile.
Non c'è percezione peggiore che rendersi conto che uno sta ostacolando con i suoi atti quello che vorrebbe essere.
Pensare è un po' come mettere in ordine una stanza. La si può mettere in ordine in molti modi, ma non si può mettere in ordine una stanza vuota.
Quelli che non dubitano non sono filosofi. Sono persone serie incapaci di stupirsi.
Quello che sarà la nostra vita, almeno in parte, è il risultato di ciò che ognuno di noi vuole.
Ritengo che il filosofo non debba essere religioso per la stessa onestà di fondo che vieta al doganiere di diventare contrabbandiere.
Se c'è qualcosa di cui la filosofia è mortalmente nemica, in quanto esercizio intellettuale, questa è la religione, l'irrazionalità, la superstizione, le chiese come istituzioni monopolizzatrici di verità indiscutibili, l'obbedienza intellettuale assoluta, l'obbedienza intellettuale all'assoluto.
Siamo liberi, ma non abbiamo la libertà di rinunciare alla libertà.
Sotto l'ombrello della religione si accomodano in molti. Per tutti loro il pensatore rigorosamente ateo è un guastafeste, privo di grandezza speculativa, di sensibilità poetica e di tensione verso la redenzione collettiva.
Tutto ciò che accresce il nostro potere ridisegna il perimetro della nostra moralità.
Una persona può essere religiosa ed esercitare nel contempo la filosofia: ma la filosofia in quanto tale non è religiosa, in nessun caso.
Una vita che non riflette e non esamina sé stessa non vale la pena di essere vissuta.
Uno non può fare nulla per le persone che ama, solo continuare ad amarle.